Fan tossici e perché è tutto un paravento
Liquidare le critiche con scuse e altre attività da spettatore passivo
L'uscita della nuova serie Amazon Il Signore degli Anelli - Gli Anelli del Potere ha riportato in auge un tema molto noto nell'ambito delle community online, ovvero la tossicità di alcuni gruppi di fan o di followers.
Per i non addetti ai lavori, si intende per "tossico" un contesto ostile, chiuso fino all'isolazionismo, di snobbismo o addirittura di bullismo nei confronti non solo degli esterni a quel contesto ma addirittura agli interni meno ferrati, una sorta di gruppo sociale settario e respingente che, oltre a sventolare in un tifo da stadio la bandiera del suo brand/autore preferito, esige, pena la scomunica, che tutti la sventolino quanto e soprattutto come lui. Né più né meno, si tratta di un piccolo cuginetto sfigato del fondamentalismo.
Nel caso specifico, viene tacciato di tossicità praticamente chiunque si scagli contro la serie perché, sostiene questa tesi, i fan di Tolkien sarebbero una sorta di talebani che, non appena si sfiorano le opere del Professore, demoliscono tutto con la bava alla bocca. Persone che non accettano nessun adattamento perché "adattare significa modificare per il nuovo medium quindi sarà sempre diverso dall'opera originale". Persone che a momenti non accettano neppure le aggiunte, opponendosi anche all'approfondimento di ciò che Tolkien non ha dettagliato in quanto estraneo al suo lavoro.
È così?
In questa sede tralascerò le questioni relative al casting perché meritano trattazione a parte e aggiungere questa carne al fuoco distoglierebbe dal punto.
Quello che infastidisce i tolkeniani è l'utilizzare le opere di Tolkien per produrne di nuove? No. Anzi. Come tutti i nerd, anche loro sono letteralmente affamati di nuovi prodotti che sfruttino le ambientazioni e le atmosfere che hanno amato. Una grande quantità di loro, avendo il budget, sarebbe in prima linea per produrre nuovo materiale.
Sono dunque infastiditi dalla necessità di modificare per adattare le opere al nuovo medium? Tendenzialmente no. Anche se ci sono puristi "estremisti", ormai il mercato trabocca di adattamenti, remake e prodotti simili. Ormai c'è una grande familiarità con il concetto di dover stiracchiare il materiale originale per farlo funzionare non solo su un medium diverso, ma anche sullo stesso medium in un momento storico diverso. Inoltre, 20 anni fa questa familiarità non c'era eppure la trilogia cinematografica di Peter Jackson fu da subito acclamata quasi all'unanimità. Quindi no, non è il problema dell'adattare in sé a disturbare i "fan".
Ma quindi, che cosa sta alla base delle critiche dei tolkeniani mosse alla serie Amazon? Se produrre cose nuove è ok e se si sa di dover scendere a compromessi con le necessità televisive, dove sta il problema?
Il problema sta nell'uso che si fa del materiale, il che porta a due problemi:
1) In questo caso, il materiale originale non è altro che un'esca: se fossimo di fronte a una serie fantasy nella quale luoghi e personaggi portassero altri nomi, letteralmente nessuno potrebbe affermare "siamo nel mondo di Tolkien". Nessun tema di Tolkien viene riproposto, nessun personaggio di Tolkien rispecchia anche solo lontanamente la caratterizzazione originale, nessuna popolazione/razza di Tolkien sembra rispondere alle caratteristiche da lui descritte, quindi è un altro mondo con un'altra storia mossa da altri personaggi che, incidentalmente, hanno gli stessi nomi;
2) questo nuovo materiale non potrebbe mai riscuotere successo come opera a sé stante e quindi il pregevole materiale originale viene stropicciato per vendere un'opera di bassa lega. Sceneggiatura bucherellata, scene forzate, personaggi inverosimilmente stupidi e molto altro rendono questa serie uno sfoggio di budget in effetti visivi e poco altro. Non tutto è pessimo, ma molte cose lo sono.
Scenderò nel dettaglio per i più interessati alle problematiche specifiche, ovviamente dovendo fare spoiler.
SPOILER "GLI ANELLI DEL POTERE" FINO ALL'EPISODIO 1X06
Le cose che in Tolkien non sarebbero mai state dette
Precisiamo di nuovo: non si tratta di volere che le cose siano uguali al materiale originale ma di capire in quale ambientazione si svolga la storia.
La serie si apre con una serie di discrepanze non semplici da conciliare con il materiale originale. Galadriel, in veste di narratrice, afferma che gli elfi non conoscessero il concetto di morte. Questo, in Tolkien, è falso. Gli elfi sono sì immortali nell'anima, ma i loro corpi possono morire eccome e già nel Reame Beato c'erano più esempi di questo. Dopo la presentazione del nemico, Morgoth, viene detto che gli elfi abbandonarono Valinor per la Terra di Mezzo per rispondere alle sue azioni come fossero dei vendicatori. Questo, in Tolkien, è falso: gli elfi lasciano Valinor in ribellione ai Valar perché il loro re rivuole i gioielli che ha creato, rubati da Morgoth, e perché molti di loro (soprattutto la stessa Galadriel) nutrono il desiderio di avere un proprio dominio. Nel farlo, commettono anche crimini molto sanguinosi che saranno alla base della discordia con le stirpi elfiche della Terra di Mezzo. Rimuovere questo fattore significa eliminare la base della caratterizzazione degli elfi in Tolkien.
Questa strada prosegue quando veniamo a sapere che Gil-Galad, alto re degli elfi, può "premiare" con il ritorno a Valinor. Questo, in Tolkien, è diametralmente opposto a come stanno le cose: anche qualora gli elfi accettassero il ritorno a Valinor, non è certo un re elfo a poterlo decidere in quanto gli elfi sono esuli, hanno rinnegato quelle terre e sono i Valar a poter estender loro un invito. Se rimuoviamo questo, se fingiamo che gli elfi siano nella Terra di Mezzo con l'idea di restare solo fino a quando non avranno portato la giustizia sui cattivi, stiamo parlando di un'altra opera.
Vediamo poi Gil-Galad comportarsi prima semplicemente da politico, allontanando i dissidenti inscenando un viaggio premio, e poi da machiavellico pianificatore intento a ottenere in segreto informazioni sul mithril. Bene, questo è completamente errato. Gli elfi di Tolkien possono certamente tradire la fiducia, ma ordire piani infidi raggirando anche i propri secondi in comando per sottrarre beni al prossimo è decisamente un comportamento fuori personaggio. Un elfo non può comportarsi così? Ma certo. Non nell'ambientazione di Tolkien.
Altrettanto fuori personaggio è Galadriel: presentata come una ragazzina bizzosa, arrogante e con evidenti incapacità di comprendere i contesti, è una degli elfi più antichi che vediamo apparire a schermo, come tale viene definita e come tale dovrebbe comportarsi. Invece è platealmente stupida, arrogante dove le costerebbe la vita, bulla non appena crede di poterselo permettere. Il personaggio di Galadriel è totalmente assente, ne rimane solo il nome per attrarre pubblico.
Un altro esempio, e qui mi fermo ma potrei andare avanti per un papiro lungo quanto la Bibbia, è l'idea che uno dei Silmaril potesse essere in qualche modo in un albero che, colpito da un fulmine, avrebbe distribuito la luce di Valinor nel mithril che quindi diventa essenziale per "ricaricare" gli elfi della luce perduta, pena lo svanire della loro anima immortale. Tutto completamente incompatibile con l'opera originale. Anche volendo mettere un Silmaril in un albero sopra Khazad-Dum e anche volendo immaginare che un fulmine possa riuscire a farne fuoriuscire un po' di luce, le anime immortali degli elfi sono... immortali. Composti da "fea", spirito, e "roa", corpo, la loro anima rimarrà sempre nel mondo e il loro corpo, anche dopo la loro morte, potrà reincarnarsi. Il problema degli elfi è che deperiscono con il mondo e che sono destinati a rimanerci, altro che scomparire, hanno proprio la preoccupazione opposta. Figuriamoci poi quando Gil-Galad definisce il mithril “forte come il male”, cioé riconoscendo alle forze corrotte da Morgoth una potenza superiore a quella della luce, cosa semplicemente agli antipodi di Tolkien. Il mithril non ha bisogno di essere super magico per svolgere il ruolo di motore degli eventi, è rarissimo, preziosissimo, bello come nessun altro metallo, letale se usato per forgiare armi, impareggiabile se usato per le armature, dotarlo del potere di ricarica degli elfi è una scelta facilona da fantasy di serie C.
Per questi e per moltissimi altri motivi, quest'ambientazione non ha nulla a che vedere con Arda se non, appunto, i nomi. Per ottenere i quali, però, basta pagare.
“Ma un adattamento non è tenuto alla fedeltà all’opera originale, molte opere sono state rilette e modificate nel tempo”; certamente, ma quando hai del materiale e lo modifichi si suppone che tu abbia guardato il materiale e, dopo un processo decisionale, abbia deciso di metterci mano per qualche motivo. Qua i motivi non sono pervenuti, non c’è nulla negli elementi canonici che avrebbe impedito agli showrunner di raccontare una storia sulla falsariga di quella che hanno scritto e sembra molto più un “scriviamo roba da zero usando i nomi di Tolkien così vendiamo grazie all’immortale successo di Jackson (ricordati di citarlo ogni pie’ sospinto, scrittore)”.
Le cose che comunque non quadrerebbero neanche se la serie si chiamasse "Pimpa forgia anelli alla fragola"
La storia va avanti a colpi di esigenze di trama, nulla è naturale, ovunque si vede la mano dello sceneggiatore che forza eventi e personaggi per mandare avanti le cose a forza (es. Halbrand ruba senza problemi un pugnale a Elendil ma poi viene sgamato quando ruba la spilla a un pirla anche un po' alticcio, oppure Galadriel che capendo il significato del simbolo di Sauron "capisce" che è ancora in circolazione senza che però ne abbia davvero motivo dato che aver capito cosa vuol dire il glifo non dimostra niente: sa cosa vuol dire, ma non prova che Sauron sia ancora vivo. Lei ne è sicura perché gliel’ha detto lo sceneggiatore; i cavalieri di Numenor che, cavalcando per giorni senza riposare, trovano esattamente il villaggio attaccato dagli orchi - villaggio che neppure gli orchi che stavano a 1 Km sapevano di dover attaccare fino alla notte precedente; gli orchi che stanno attaccando la casa in cui sono rifugiati tutti ma si fermano attendendo educatamente che si svolga tutta la scena della cura di Bronwyn; ecc.)
Tutto è didascalico, nessuna scena mostra di per sé qualcosa, viene sempre spiegato tutto (es. ci devono dire che Galadriel è una comandante e un'elfa illustre ma non mostra né capacità da comandante né un'esperienza da elfa illustre, al punto che Elendil la paragona ai suoi due figli teenager).
Praticamente ogni scena si svolge con un personaggio che cerca di convincerne un altro a fare qualcosa che non vuole fare (es. il gruppo di Galadriel e Galadriel, Elrond e Galadriel, Halbrand e Galadriel, Bronwyn e gli uomini del villaggio, Arondir e Bronwyn, Earien e Kenen, Pharazon e Kenen, Elendil e Galadriel, ecc).
Alcune scene chiedono allo spettatore di essere coinvolto per contratto senza però essere costruite in modo coinvolgente (es. l'elfo capo dei guardiani che non fa letteralmente nulla per salvarsi dagli orchi e poi viene ucciso in un modo che dovrebbe essere intenso ma che, essendo stato lui utile solo a mostrare Arondir spaccatutto, non è di alcun interesse).
Altre scene non si capisce a cosa servano se non a fare del facile fanservice (es. Galadriel che umilia le reclute di Numenor in piazza giusto per farla vedere combattere).
In altre manca del tutto la consecutio: Galadriel sulla nave verso Valinor viene svestita dal "personale", poi a un certo punto si volta e la sua daga è lì a terra pronta per essere raccolta; sempre Galadriel, a Numenor, sale sulla nave vestita di tutto punto con la sua armatura elfica (chi gliel'abbia fatta o dove l'abbia trovata non si sa); Isildur e Kenen sono gli unici ad allontanarsi da una nave esplosa (per via di un contenuto non definito), uno si era imbarcato clandestinamente, l'altro non si sa cosa ci facesse lì, ma nessuno li accusa di niente; esplodono due navi ma Numenor non si fa problemi a salpare comunque senza aver neppure vagamente cercato un colpevole ("saranno stati dei briganti, mettitela via e partiamo").
Gli elfi sono plurimillenari o almeno plurisecolari, eppure hanno aspetti molto diversi fra loro e incoerenti con la loro età (Galadriel è più antica di Celebrimbor ma sembra molto più giovane)
I grandi gruppi di personaggi senza nome riescono a essere sia troppo omogenei che totalmente incoerenti (es. i Pelopiedi che vivono secondo il "nessuno resta indietro" ma che obbligano uno con il piede rotto a trascinare un carro pena l'essere darwinianamente lasciato morire, i numenoreani che passano da "gli elfi ci rubano il lavoro e gli umani della Terra di Mezzo puzzano" a offrirsi volontari in massa per seguire le indicazioni dell'elfa che chiede di aiutare gli umani della Terra di Mezzo, ecc)
Le scenografie appaiono molto spesso finte, capita non di rado di vedere chiaramente come si sia su un set modellato e non in luoghi "veri" (es. i vicoli di Numenor che sembrano stampati in 3D con una stampante neanche eccellente).
Il piano del villain non ha alcun senso: pianifica di costruire un regno del male "in caso di caduta di Morgoth" ma non si capisce perché non lo abbia fatto anche quando Morgoth non era caduto, dissemina mappe in giro per il mondo ma per secoli e secoli soltanto gli orchi capiscono che sono mappe, una la piazza pure sul corpo di un elfo che uccide per non è chiaro quale motivo. Più grave ancora, essendo al centro dell’intera trama di questa prima stagione, abbiamo un Adar che imbastisce tutto l’enorme casino per trovare la spada che abbatta la diga anziché mettere direttamente gli orchi a demolirla vincendo prima della puntata 1. Avete scavato tutti quei cunicoli, bastava scavarne uno dall’Orodruin al bacino idrico senza uscire mezzo secondo dal suolo. Va notato anche che gli elfi, che hanno presidiato Ostirith per 80 anni, “ascoltando ogni sussurro, guardando ogni coltello”, non hanno guardato casa loro visto che per vedere la “serratura” bastava guardare a terra di fronte alla grossa statua di Sauron presente nel loro avamposto di 100mq.
La presenza di Sauron, che vorrebbe aleggiare in modo minaccioso, è gestita in modo cheap in quanto tutta la serie sembra seminare indizietti solo per puntare il dito prima su Meteorman, poi su Halbrand, poi su Adar, non per scrivere una storia in cui non si capisce dove sia il nemico ma un giochino con gli spettatori che possono iniziare a fare il totoSauron.
I rallenty sono usati in modo spesso terribile (con il loro apice nella scena agghiacciante di Galadriel a cavallo).
Sui dialoghi non serve addentrarsi in dettagli, vero?
Anche qua si potrebbe andare avanti molto, molto a lungo, ma il punto è: questa roba è quello che vi piace? Ma quindi perché deridete Shannara, che tolto il budget aveva problemi del tutto affini? Vi basta davvero che un personaggio coinvolto in eventi tanto demenziali abbia un nome a voi noto per non vedere la demenzialità dell'evento?
FINE SPOILER — FINE SPOILER — FINE SPOILER
Si tratta quindi di una serie in cui tutto è terribile? No. Ci sono cose molto ben fatte: Adar è un buon personaggio, ben rappresentato, Elendil ha un grande peso scenico, la CGI è generalmente di prim'ordine, le musiche di McCreary sono suggestive, gli orchi sono molto ben fatti. Ma i problemi ci sono, sono molti e sono scandalosamente evidenti a fronte di un budget così elevato, chiaramente investito per riempire gli occhi e per fare pubblicità più che per realizzare un adattamento valido che parli davvero di quello di cui, stando al titolo, vorrebbe parlare.
Sento dire “non capite che questa serie deve essere per tutti, non solo per chi già amava Tolkien”. Non capisco il punto: il fatto che sia per tutti, anche per chi non è attratto dal brand, dovrebbe casomai invitare a curarla al di là del richiamo di quel brand così da convincere anche chi non ne è appassionato. Qui è accaduto l’esatto contrario: il brand de Il Signore degli Anelli è l’unico punto attrattivo di questa serie e dispiace vedere che in così tanti trovino sufficiente sentirsi dire “siamo nella Terra di Mezzo” per avere la vista appannata di fronte al disastro di scrittura che questa serie è, specialmente nei casi limite in cui serie con errori molto, molto meno gravi sono state giustamente demolite come mal fatte e approssimative. Proprio perché il prodotto è “destinato a tutti” hanno deciso di vendere e venduto con Il Signore degli Anelli: serve un nome di grandissimo impatto per vendere a prescindere da qualità e gradimento.
La verità è infatti che, se questa serie non si chiamasse "Il Signore degli Anelli" e non contenesse i personaggi di Galadriel, Elrond, Elendil, Gil-Galad, Sauron, ecc, nessuno di chi non segua il fantasy l’avrebbe guardata e soprattutto le persone amanti di questi nomi che elogiano la serie non la elogerebbero. Si tratta di persone che amano a tal punto sentire quei nomi che, anche dove chiaramente non esiste altro, anche dove personaggi e ambientazione sono totalmente diversi, si inebriano a tal punto dell'eco di ciò che hanno amato in altre iterazioni da sentirsi a casa al solo suono di quei nomi. In altre parole, si tratta dei bersagli ideali del facile fanservice. Basta parlare di un tizio che si chiama "Elrond" ed eccoli lì, con gli occhi a cuore che pulsano invece di vedere. Del resto, è precisamente questo il motivo per cui Amazon ha speso 1 miliardo di dollari per produrre questa serie: solo il richiamo del nome di Tolkien potrebbe permettere di rientrare dell'investimento a fronte di una scrittura così scadente, perché molti vedendo quel nome sarebbero pronti a definire valida anche una pozzanghera di letame.
Se date a chiunque del fan tossico perché critica qualcosa senza scendere nel merito dei motivi e delle argomentazioni che propone, i fan tossici siete voi. Se vi bevete ogni prodotto perché sopra c'è stampato il brand che amate e difendete il venditore contro i consumatori che non lo hanno apprezzato, siete tossici e anche polli.
p.s.- Data la copertura riservata comprensibilmente dalla "critica" a questa serie, è bene specificare: naturalmente, le pagine, le testate, gli influencer a libro paga di Amazon non sono ritenuti in tal senso tossici ma, semplicemente, in conflitto di interessi e quindi non attendibili. Chi ottiene denaro, beni o anche vantaggi da Amazon, non può essere considerato una fonte interessata esclusivamente all'analisi del prodotto, come spesso viene dimostrato dalle argomentazioni di costoro, simili a difese d'ufficio con tutti i trucchi dialettici del caso, straw man argument, argomentazioni ad hominem e quant'altro.